Abbiamo incontrato Elly e Judi Casagrande le fondatrici di Super8, format pensato per soddisfare sia gli appassionati di cinema sia per coloro che si avvicinano a questo mondo.

Alla base di Super8 c’è la passione di Elly e Judi, entusiaste amanti del cinema che hanno trasformato il loro personale interesse in uno momento di confronto e dialogo dinamico e itinerante. Partendo dalla semplice idea di condividere la loro passione con altri, hanno creato un format unico che mescola proiezioni cinematografiche con esibizioni musicali dal vivo, creando così uno spazio di incontro e di scambio culturale. In questa intervista le due curatrici del progetto Super8 ci raccontano l’origine, la loro visione per il futuro e si raccontano attraverso le scene dei film che hanno nutrito questa loro passione.

I prossimi eventi di Super8 saranno una selezione di 12 film dal sapore estivo che vi accompagneranno fino a settembre, proiettati in due suggestive location all’aperto: la prima a Venezia e la seconda a Portogruaro. Tra i titoli in programma Climax, Fallen Angels, Paris Texas, Pulp Fiction e molti altri. Per rimanere aggiornati su tutte le novità, seguite il profilo Instagram di Super8

Il prossimo evento Super8 sarà la proiezione di Atlantide di Yuri Ancarani giovedì 23 maggio presso l’Hotel Excess a Venezia, dalle 19:00 in poi.

Come vi è venuta questa idea? Chi sono i “fondatori” di Super8?
L’idea di Super8 ha origine dalla nostra profonda passione per il cinema. Io, Elly, insieme a mia sorella Judi, trascorriamo da sempre ore ed ore a discutere e a riflettere sugli intricati dettagli dei film che amiamo. Con il passare del tempo, abbiamo avvertito la necessità di condividere questa passione con altri, di portare le nostre discussioni e le nostre esperienze in un contesto più ampio e accessibile. Così, crescendo e facendo ognuna le proprie esperienze abbiamo coltivato dentro di noi questa idea finché l’abbiamo trasformata in realtà, fondando Super8. L’obiettivo iniziale era creare uno spazio inclusivo dove gli amanti del cinema e i semplici curiosi potessero riunirsi, e soprattutto offrire un’alternativa alle solite proposte di intrattenimento della città.
Nonostante il nostro primo evento fosse un banco di prova è stato accolto con molto entusiasmo: molta gente si è complimentata con noi e questo ha rafforzato la nostra convinzione che Super8 rispondesse a una vera e propria esigenza nel panorama culturale giovanile del nostro paese.
Come Super8, siamo felici di essere state percepite come una boccata di aria fresca che, in fin dei conti, è quello che anche noi abbiamo sempre cercato nella nostra vita.

Come funziona un evento Super8?
Super8 è un format che ogni mese, in una domenica dedicata, esplora un tema attraverso la proiezione di una selezione di film, che spaziano da capolavori d’autore a classici moderni, titoli fuori distribuzione e produzioni indipendenti. La scelta del tema è fondamentale poiché influenza sia la selezione del film sia il genere musicale che accompagna il secondo atto dell’evento. La direzione artistica è interamente nostra e si basa sulle nostre conoscenze e preferenze cinematografiche. Spesso ci lasciamo ispirare anche da avvenimenti speciali, come anniversari di uscita di film, che ricorrono quel mese. Tuttavia, per evitare di limitare le scelte ai nostri gusti personali, stiamo coinvolgendo sempre di più la community: abbiamo creato un form tramite il quale gli spettatori possono suggerire intere rassegne di film, permettendoci di coinvolgere attivamente il pubblico nella programmazione e di comprendere meglio i loro gusti. Non è un contest, vogliamo garantire a tutti la possibilità di realizzare la propria rassegna e di condividere le proprie opinioni sul film durante l’evento, proprio accanto a noi sul palco. Finora abbiamo organizzato tre eventi: uno dedicato al cinema giapponese con la proiezione di Perfect Blue di Satoshi Kon, un altro con la rassegna Suburban Fury e la visione di La Haine di Mathieu Kassovitz, e infine un evento in collaborazione con un’etichetta musicale di Treviso e un musicista/composer che ha sonorizzato il cortometraggio Film di Schneider (sceneggiatura di Samuel Beckett) durante una performance live.
La nostra programmazione viene annunciata puntualmente sulla nostra pagina Instagram (@super___otto), non solo con dettagli sull’evento in arrivo, ma anche con approfondimenti sui registi e suggerimenti di altri film in linea con il tema mensile scelto. Vogliamo che la pagina vada oltre il mero scopo promozionale e diventi un “raccoglitore” di buoni consigli cinematografici. Inoltre, usiamo anche Letterbox, app indispensabile per veri appassionati di cinema come noi.

Qual è il contributo della musica all’esperienza di Super8 e come si integra con la proiezione dei film?
Nella cornice cinematografica di Super8, non ci limitiamo alla sola proiezione dei film, ma offriamo anche un momento dedicato alla musica con esibizioni live di artisti. La musica ha sempre avuto un ruolo significativo nelle nostre vite, fin dall’infanzia, quando i nostri genitori ci portavano ad ascoltare musica dal vivo e a casa ballavamo a tutto volume. Il ricordo delle casse alte un metro che “abbellivano” il nostro salotto ci fa sorridere ancora oggi.
Preferiamo tendenzialmente artisti emergenti della zona, dando loro la possibilità di esibirsi e di farsi conoscere dal nostro pubblico. Crediamo che la musica, così come il cinema, abbia il potere di creare un’atmosfera che apre le porte al dialogo e alla condivisione poiché, spesso, la musica diventa l’argomento in comune che permette di creare nuove reti di conoscenza.

Qual è il significato della creazione di un luogo dove le persone possano incontrarsi, condividere opinioni e esperienze?
La creazione di un luogo dove le persone possano incontrarsi e condividere opinioni ed esperienze ha un significato profondo per noi. Il nostro obiettivo principale è quello di promuovere la condivisione e l’esperienza collettiva. Oggigiorno, abbiamo notato una diminuzione delle interazioni personali e un aumento dell’isolamento dovuto all’uso eccessivo dei dispositivi digitali, abitudine accentuata, a nostro avviso, dal periodo pandemico. Tuttavia, va riconosciuto che, se da un lato il lockdown ha contribuito a radicare una dipendenza dai dispositivi, dall’altro – paradossalmente – ha suscitato una riflessione sull’importanza della socialità e in alcuni di noi ha risvegliato il desiderio di uscire e connettersi con gli altri in modo più autentico. Inoltre, abbiamo osservato che molti luoghi di intrattenimento attorno a noi sono diventati omologati e privi di originalità, specialmente nel settore musicale. Le discoteche, ad esempio, spesso offrono un’esperienza standardizzata, quasi passiva, incentrata più sul ballare che sull’ascoltare e apprezzare la musica. Noi vogliamo offrire un’alternativa a questa tendenza, creando uno spazio dove le persone possano immergersi in suoni ricercati e sperimentare un’esperienza musicale più appagante. Vogliamo essere un luogo in cui – ci auguriamo – si possa essere parte di una forma di intrattenimento più ricca e significativa.

In che modo Super8 si distingue da altri format simili? Cosa lo rende un progetto dinamico e itinerante?
Super8 si distingue dagli altri format simili per la sua natura itinerante. Il senso di comunità è un valore fondamentale che ha guidato la decisione di creare uno spazio di condivisione prima ancora che un evento di cinema e musica. Questo valore è al centro del nostro progetto e si riflette sulla volontà di costruire connessioni significative con realtà creative emergenti. Quando ci definiamo un progetto itinerante, intendiamo essere, da una parte, aperti alla collaborazione e dall’altra essere in costante evoluzione e sperimentazione.
Ci piace l’idea di spostarci tra regioni e città, creando reti con altri progetti e artisti, non solo del territorio, per offrire al nostro pubblico esperienze sempre nuove e arricchenti. Attualmente ci troviamo in Friuli, ma non ci fermiamo qui. Abbiamo in programma altre collaborazioni di cui siamo molto orgogliose e che ci consentiranno di metterci in gioco e di far conoscere Super8 altrove.

Qual è per te, la scena più rappresentativa del cinema?
Prima di rispondere a questa domanda, vogliamo fare una premessa: scegliere una scena che rappresenti interamente il cinema e la sua essenza è davvero difficile. Il cinema è soggettivo, ognuno di noi colleziona scene di film che l’hanno segnato per un motivo particolare e personale. Quindi, per evitare di far rivoltare nella tomba qualche regista per la nostra presunzione di scegliere una sola scena, ci prendiamo la libertà di darvi due risposte (chiediamo venia).

  • La scena di apertura di Persona di Ingmar Bergman
  • La fotografia di La Dolce Vita di Federico Fellini
  • Lo straniamento di Brood di David Cronenberg
  • La scena al cinema in Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore

Elly: Persona è un film che colpisce per la sua capacità di esplorare in maniera intensa l’identità umana. Il lavoro teorico sul primo piano utilizzato come istanza narrativa è davvero impressionante, e la scena d’apertura con le ombre, quasi un preludio al film stesso, dimostra quanto sia grande il potere evocativo delle immagini. La Dolce Vita perché icona del cinema italiano del XX secolo e per l’abilità di Fellini dare una rappresentazione visiva di un aspetto immateriale come il vuoto. Poi sicuramente per la fotografia in bianco e nero: chi non ricorda la suggestiva scena alla fontana di Trevi?! Ho voluto includere Brood perché riporta un’altro modo di essere del cinema: straniante e provocatorio. In questo film, il senso di straniamento è ai limiti del disgusto ma cela dietro sé una riflessione profonda. La scena più eclatante è quella del “parto” a conclusione del film. Infine, Nuovo Cinema Paradiso per il pathos e per l’uso magistrale che Tornatore fa dei colori e della musica; mi riferisco in particolare alla scena ambientata al cinema dove Salvatore è incantato dalla magia del cinema. È un capolavoro che mi emoziona sempre anche a distanza di tempo.

  • Il Buono, il Brutto e il Cattivo di Sergio Leone, nello specifico la scena della corsa nel cimitero di Eli Wallach
  • La fotografia di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola
  • La violenza delle immagini di Come and See di Ėlem Germanovič Klimov

Judi: per quanto riguarda il primo film mi riferisco alla messa in scena che è un vero e proprio viaggio sensoriale che va oltre il semplice film. Grazie al sapiente utilizzo della cinepresa e della colonna sonora, siamo catapultati nell’azione insieme al personaggio di Wallach, immersi nella ricerca del tesoro. Ho scelto poi Apocalypse Now per la fotografia: man mano che la storia si sviluppa, diventa sempre più cupa, abbandonando i colori vivaci per abbracciare il nero e la tenebra, trasmettendo così la discesa nelle profondità dell’umano. Questo percorso visivo e sonoro mi ha ricordato anche il brutale realismo di Come and See, che ho di fatto inserito nell’elenco, dove le immagini dirette, pulite e simmetriche amplificano la violenza e il malessere della narrazione, portandoci a confrontarci con le ombre più oscure della nostra esistenza.

…oggi sono questi i titoli che ci sono venuti in mente, se ce lo chiedeste domani sicuramente sarebbero altri. Il cinema per noi è una sensazione.

l prossimo evento Super8 sarà la proiezione di Atlantide di Yuri Ancarani giovedì 23 maggio presso l’hotel Excess a Venezia, dalle 19:00 in poi.

Nella foto: Judi e Elly, due sorelle molto unite, founder e co-founder del progetto Super8, (courtesy Super8)