La vincitrice della prima edizione di Kukerle è Rebeka Bernetič
Le fotografie di Rebeka Bernetič ci portano in un paesaggio recente, in una storia che parla delle nostre origini cittadine, dei sapori autentici che questa terra ci ha donato e ci rimane nella memoria e nelle tracce dei percorsi. con un progetto dedicato al cammino delle contadine di Grozzana, ispirato a un ricordo personale che si fa racconto collettivo.
Questo progetto è in linea con lo spirito della prima open call di Kukerle perché recupera una storia contadina dimenticata, fatta di fatica quotidiana, paesaggio vissuto e gesti tramandati.
Grozzana (Gročana in sloveno) è una frazione del comune di San Dorligo della Valle (TS), situata nel Carso triestino, vicino al confine con la Slovenia. Tradizionalmente, le donne di Grozzana, come molte altre del Carso, svolgevano un ruolo fondamentale nell’economia familiare e locale. Ogni giorno, percorrevano a piedi o prendevano il treno della Val Rosandra per raggiungere Trieste, dove vendevano prodotti agricoli come latte, formaggi e ortaggi nei mercati cittadini. Questo tragitto non era solo un percorso fisico, ma rappresentava anche un ponte tra la vita rurale del Carso e l’ambiente urbano della città, evidenziando la forza e la determinazione di queste donne nel sostenere le loro famiglie e comunità.
Racconta di famiglie del Carso che lavoravano la terra e portavano a Trieste latte e prodotti agricoli, seguendo un percorso oggi nascosto nel bosco, ma ancora carico di memoria. Attraverso lo sguardo poetico e rigoroso dell’artista, quel tragitto torna visibile: un cammino tra assenza e presenza, tra natura e lavoro, tra passato e resistenza. È un omaggio silenzioso alla forza delle donne, alla terra, e a ciò che non si vede ma resta.
Adesso che gavemo la strada ferrata, in mezza giornata si viene e si va.
Rebeka Bernetič (1989) è un’artista visiva nata a Gorizia e attiva a Trieste. La sua pratica artistica si sviluppa principalmente nella fotografia, attraverso la quale esplora temi come la memoria, il paesaggio e il viaggio, con un’attenzione particolare all’osservazione quotidiana. Al centro della sua ricerca si trovano la composizione, l’architettura e l’equilibrio tra forma e contenuto, elementi che combina in un’estetica personale e minimale.
Il suo lavoro si caratterizza per l’uso di elementi grafici integrati alle immagini fotografiche, creando costruzioni visive in cui convivono struttura, memoria e intuizione. Attraverso la sua produzione, Bernetič dà voce a storie intime e collettive, restituendo uno sguardo poetico e rigoroso sul territorio e sulle persone che lo abitano.
Andirivieni
Il progetto fotografico di Rebeka Bernetič nasce lungo il tracciato dismesso della ferrovia della Val Rosandra, un tempo percorso quotidiano delle donne contadine di Grozzana dirette a Trieste per vendere latte e prodotti agricoli. Smantellata nel 1966, la ferrovia rimase per anni una ferita di ferro e silenzio, fino alla trasformazione in ciclopedonale dedicata a Giordano Cottur nel 2010. Ripercorrendo a piedi quel tratto di memoria, l’artista intreccia paesaggio, ricordo familiare e immaginazione. Le fotografie – essenziali, poetiche, composte con uno sguardo grafico – restituiscono un racconto silenzioso di fatica, resistenza e trasformazione. Ombre e linee si sovrappongono, e i “percorsi abbandonati” tornano a parlarci, carichi di storie mai davvero perdute. Andirivieni nasce dal gesto di memoria dell’artista, che torna lungo l’antico tracciato seguendo le orme della nonna e di tante altre donne del Carso. Ogni giorno prendevano il treno all’alba, percorrevano la valle con le sporte colme di latte e verdura, e ritornavano la sera. Un andirivieni quotidiano, umile e potente, inciso nel paesaggio e nella memoria delle famiglie. Osservando il territorio con attenzione poetica e interrogandosi sulla fatica, il coraggio e la forza di quelle donne, Bernetic costruisce un racconto visivo intimo e profondo. Le sue fotografie, intrecciate a elementi grafici e guidate da un’estetica minimale e rigorosa, evocano lo sguardo silenzioso del kukerle – spirito attento e curioso del paesaggio – restituendo un dialogo intenso tra struttura, memoria e intuizione.Un progetto che parla di radici, di trasformazione e di quotidianità, in cui il ferro diventa sentiero e la distanza si fa racconto.
Ascolta:
Nelle foto: Rebeka Bernetič, 2025 (courtesy Bernetič)