I sentieri di immagini tracciati da Alice Zorzin

Le fotografie di Alice Zorzin ci guidano attraverso un paesaggio fragile, segnato da cambiamento. Il suo lavoro non documenta soltanto ma restituisce imagini forti e dolorose. È uno sguardo capace di attraversare le valli non solo con gli occhi, ma con il rispetto e la cura di chi conosce il valore delle storie che abitano i luoghi.

Alice Zorzin è una fotografa documentarista e ricercatrice visuale che vive tra Monfalcone e le Alpi. Dopo la laurea in storia dell’arte decide di dedicarsi interamente alla fotografia. Nelle sue storie visive Alice si concentra sui modi in cui gli uomini reagiscono ed interagiscono con un ambiente, sia come individui che come comunità, catturando narrazioni incentrate su temi quali l’identità culturale, la memoria, il passato, le tradizioni e il cambiamento climatico, utilizzando un metodo di indagine riconducibile all’etnografia. Le sue fotografie sono state esposte in Italia e apparse su pubblicazioni internazionali tra cui Vogue, Artribune ed Exibart. Nel 2024 ha collaborato con l’emittente Arte e il regista Sebastian Saam in occasione di un film documentario sugli effetti del cambiamento climatico nelle Alpi Giulie e su come gli abitanti convivano e si adattino ad esso. Oltre ai suoi progetti personali e di ricerca, Alice condivide le proprie conoscenze in ambito fotografico con gli appassionati e insegna narrazione visuale in alcuni comuni delle Alpi.

Nel suo progetto più recente, All begins with a rain of needles (2024 – in corso), Alice Zorzin si confronta con una delle più gravi crisi ambientali che stanno colpendo le Alpi italiane: l’epidemia del bostrico, un insetto parassita che sta distruggendo milioni di abeti rossi in Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. A partire dall’immagine simbolica della caduta degli aghi – segno della morte di un albero – il progetto racconta, da un lato, gli sforzi di ricercatori, forestali e boscaioli nel tentativo di contenere il fenomeno, e dall’altro le conseguenze umane, emotive e culturali che questa devastazione sta provocando nelle comunità locali.

Nella puntata di Kukerle, Zorzin analizza la fotografia Carico Quotidiano (1975), in cui una donna è intenta a lavorare nei campi. Piegata, ma non spezzata dal peso del fieno, non è solo una scena di lavoro: è un’immagine potente, che racchiude dignità, resistenza e cura. Una rappresentazione che evidenzia un aspetto spesso ignorato nelle narrazioni sulla montagna: il lavoro femminile come parte integrante della società alpina. L’ispirazione del fotografo trentino Flavio Faganello è più che evidente nel lavoro di Zorzin: come lui, anche lei è cronista del proprio tempo e del proprio territorio. Se Faganello ha saputo restituire, con sguardo partecipe, la dignità del lavoro e della vita alpina, Zorzin ne raccoglie l’eredità etica e visiva, rivolgendo oggi la sua attenzione a un paesaggio ferito ma ancora vivo, interrogando le tracce del presente e le possibilità del futuro.

Se volete approfondire il lavoro di Zorzin è attualmente in mostra a Udine il progetto Lêntamente, (Spazio Lêntamente, in Piazzale Carnia 2), che racconta la figura del marangon friulano – il falegname – attraverso fotografie, oggetti, testimonianze e suoni. Il progetto è stato ideato e realizzato da cinque giovani donne under 30 – Eleonora Majeroni, Isabella Masutti, Annalisa Micheletti, Ilaria Gasparotto, con il contributo fotografico di Alice Zorzin – e si propone come un racconto corale che unisce passato e presente La visita alla mostra è su prenotazione, scrivendo a progettolentamente@gmail.com.

 

Alice Zorzin, allestimento mostra Lêntamente, 2025 (courtesy Zorzin)

 

Ascolta: Kukerle_Zorzin

 

Vi invitiamo ad approfondire il suo lavoro visitando il progetto completo sul sito di Alice Zorzin

Nelle foto: Alice Zorzin, All begins with a rain of needles, 2024 (courtesy Zorzin) e foto ritratto di Alice Zorzin (courtesy l’artista)